Domenico Giglio

 

Scatole apribili che contengono cose qualsiasi  trasformate tuttavia dal tempo e dall’uso, tele dipinte all’interno delle quali  alcuni oggetti ci ricordano che si tratta di superfici sensibili, che hanno raccolto stati d’animo e emozioni, restituiti ora in forme diverse ma  connesse:  questi lavori di Domenico Giglio, raccolti in questa mostra dal titolo apocalittico Giudizio universale,  sono i segni di una condizione individuale ma nello stesso tempo che cerca di divenire  corale.  Questo linguaggio, Giglio lo mette a punto per parlare non proprio direttamente come farebbe con delle parole: usa gli oggetti e la tela,  i codici privati di un alfabeto continuamente rimaneggiato, per  costruire storie che vuole raccontare e mettere in relazione con altre vicende, per trovare punti in comune, zone di confronto e dialogo ma su un terreno mediato da questi segni-vocaboli  coniati intimamente e sulla propria pelle.

 

 

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