METALLI DUE Baldo Diodato

Dal 14 novembre al 10 dicembre 2008

A cura di Martina Sconci

Baldo Diodato, artista di origini napoletane, non si è accontentato di calcare la scena dell’arte italiana. Dopo esperienze significative nell’ambito dei gruppi che animavano l’arte partenopea dei primi anni 60′ (risale al ‘66 una sua importante mostra al Modem Art Agency di Lucio Amelio) decide di trasferirsi a New York, dove avrà l’occasione di realizzare mostre significative in importanti gallerie e musei. Rimarrà nella “Grande Mela” per circa ventisei anni fino a quando, stanco del ritmo incalzante della metropoli decide nel 1992 di tornare in Italia, in particolare a Roma, dove continua la sua ricerca artistica.

Importanti critici hanno seguito con grande interesse il suo lavoro: Achille Bonito Oliva, con cui formò il gruppo operativo 64, lo definisce “artista eccentrico, estraneo ad ogni definita scuola o corrente. Diodato si muove senza rigidità tra pittura, scultura e performance”. Dopo la tecnica surrealista del frottage, sperimenta varie soluzioni riguardanti l’impronta del tempo sulla materia dell’opera. Affascinato dal ritmo inarrestabile della gente che cammina sui marciapiedi di New York, stende una tela a terra e lascia che i passanti vi imprimano le loro tracce.

Negli ultimi anni la tela è stata sostituita da sottili lastre di alluminio che formano come una pellicola metallica. Camminandoci sopra si crea un calco del pavimento e dunque un “calco della storia”: la lastra di alluminio diventa il risultato di tanti camminamenti, flusso ininterrotto dell’esistenza umana che si imprime sul terreno.

In questa mostra Diodato ci fa assaporare alcuni brandelli della sua ricerca, passando dallo spazio orizzontale della strada allo spazio verticale delle pareti della galleria. Partendo da La Matador, un lavoro del 1985, si passa a Trittico Marco Aurelio, un calco in alluminio dei sampietrini di Piazza del Campidoglio, realizzato nel 2002. In Casa Calenda, invece, il calco viene rielaborato creando una particolare spaesamento, come fosse un tessuto di velluto. Infine alcune incisioni in alluminio e un frottage realizzato sul momento, permetteranno allo spettatore di essere autore consapevole o inconsapevole dell’opera e di analizzarne allo stesso tempo anche il processo creativo.

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